Marocco, marzo 2009 - L'associazione degli omosessuali marocchini, Kifkif, rientra in Marocco con l'obiettivo di essere riconosciuta legalmente e lottare contro le discriminazioni. Il primo ostacolo viene proprio dalle associazioni per i diritti dell'uomo: c'è chi dice che non è ancora il momento..
Aujourd’hui le Maroc - 3 marzo 2009
Diritti dell’uomo
Gli omosessuali mettono alla prova la democrazia marocchina
di M’Hamed Hamrouch
“Sono venuto oggi per rompere il silenzio e sbarazzare il campo da ogni equivoco circa gli obiettivi della nostra associazione”. Sono parole di Samir Bergachi, coordinatore dell’associazione dei gay marocchini “Kifkif” (Siamo tutti uguali). Venuto a Rabat da Madrid, dove ha sede la sua ONG, il responsabile di “Kifkif” ha rilasciato un’intervista fiume al quotidiano arabofono Assabah, nel corso della quale ha annunciato l’intenzione della sua associazione di uscire dalla clandestinità. L’ONG ha deciso di lavorare, come il suo nome propone, in modo normale nel proprio paese, come ogni altra associazione che si occupi della difesa dei diritti dell’uomo. Per tale ragione, il responsabile di “Kifkif”, 22 anni, ha annunciato di avere preso contatti nel corso del suo soggiorno con i dirigenti di diverse ONG nazionali, tra cui l’Associazione marocchina dei diritti dell’uomo di Khadija Ryadi e “Bayt Al Hijma” di Khadija Rouissi.
“Khadija Ryadi, dall’inizio alla fine del nostro colloquio, mi ha assicurato che la posizione dell’AMDH a proposito dell’omosessualità è conforme alle posizioni internazionali”, si felicita il responsabile di “Kifkif”, che assicura esservi dei “progressi” anche nella posizione dell’ONG “Bayt Al Hikma”. “Ci siamo accordati per organizzare una serie di incontri che pongano al centro il tema dell’omosessualità”, ha annunciato. “Kifkif punta sulle ONG che godono di credibilità e buona reputazione in Marocco” per far valere le proprie rivendicazioni. Anche se ben sa che il cammino è cosparso di spine e barriere difficilmente valicabili. Bergachi l’ammette. “Ho spiegato a Khadija Ryadi che non intendiamo entrare in conflitto con lo Stato (…) anche se c’è tra noi anche chi ha fretta di dichiarare che esistiamo, che vogliamo uscire dalla clandestinità e che accada quel che accada”, ha precisato.
Al di là della questione dell’autorizzazione, c’ è almeno un altro grande ostacolo che Kifkif faticherà a superare. “L’AMDH intende lanciare una campagna contro la criminalizzazione dell’omosessualità – spiega – e questa è un’iniziativa molto positiva perché il vero nemico dell’omosessualità non è la legge, ma le mentalità pietrificate; nostro nemico non sono né il regime né lo Stato, ma il malinteso”.A proposito della creazione dell’ ONG Kifkif, Bergachi ha spiegato che l’atto di nascita è datato 2004, anno in cui diversi omosessuali furono arrestati nella città di Tetouan.” Prima del 2004 tutto andava bene, noi c’eravamo, ma nessuno faceva attenzione a noi e parlava di noi. In realtà noi eravamo soddisfatti di questa situazione. Lo Stato non prestava alcuna attenzione a noi e gli integralisti ci ignoravano”, precisa Bergachi. Ma il 2004 ha segnato una rottura col paese di origine, avendo l’ONG “Kifkif” scelto di emigrare in Spagna dove opera da allora in maniera legale.
Internet - Gli omosessuali marocchini si mettono in rete
L’associazione Kifkif, che raccoglie gli omosessuali marocchini, è stata creata nel 2005. Con sede a Madrid, opera in favore dei diritti degli omosessuali del Marocco
Di Bachir Hajjaj
L’associazione Kifkif (Uguali, in arabo) è un’associazione nata nel 2004. Con sede a Madrid, è composta di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali marocchini. Essa vuole operare a sostegno dei diritti di queste persone. I responsabili dell’associazione affermano che il loro movimento è aperto all’adesione di tutte le persone che condividono i suoi valori. Secondo l’associazione,a ciascuna persona deve essere riconosciuto il diritto naturale di disporre del proprio corpo nella maniera che più gli aggrada. Un diritto che resta garantito dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. Nell’atto costitutivo della associazione si dice inoltre che il campo in cui opera è costituito dalla Spagna e dal Marocco.
Kifkif è stata creata in condizioni particolari. Il 1° giugno 2004 la polizia marocchina ha arrestato nella città di Tetouan 43 persone, con l’accusa di svolgere attività omosessuale. E’ la data che segna la nascita dell’associazione. In effetti dei giovani omosessuali marocchini hanno avviato su Internet una campagna internazionale per la loro liberazione.
Per coordinare le loro azioni, lesbiche, gay, transessuali e bisessuali marocchini hanno creato un sito internet: http://www.gaymaroc.net/. Il sito ospita un forum per aiutare le migliaia di marocchini che non trovano collocazione nella società. Il forum di discussione è animato con il contributo di diversi interventori. Militanti dell’associazione, omosessuali o semplici simpatizzanti sono tra le migliaia di visitatori del sito. Secondo le statistiche fornite dagli stessi organizzatori, il numero dei visitatori dal gennaio 2009 è giunto a quota 28.058.
L’associazione Kifkif ha anche aperto un magazine elettronico che si chiama “Mitli” (in arabo, omosessuale) che offre diverse informazioni a proposito dell’omosessualità in Marocco. Con mezzi diversi, i responsabili dell’associazione condannano vigorosamente il rifiuto e la discriminazione degli omosessuali in Marocco.
Dal 2006 i volontari di Kifkif hanno avviato una lotta per ottenere la legalizzazione dell’associazione in Marocco, ma tutti i loro tentativi sono stati respinti.